Inti Illimani
Dopo la recente pubblicazione del doppio cd dal vivo The best of, del loro primo DVD Cuort Central, e del nuovo disco di inediti dal titolo Pequeño Mundo, la storica band andina aprirà a La Spezia il suo tour italiano 2007. Il tour toccherà poi:
27 gennaio, Roma, Teatro Ambra Jovinelli – 28 gennaio, Benevento, Teatro Comunale
30 gennaio, Casalgrande (Re), Teatro de Andrè – 31 gennaio, Milano, Alcatraz – 1 febbraio, Trento, Auditorium Santa Chiara – 2 febbario, Monterotondo (Rm), Palazzetto dello Sport – 3 febbraio, Ravenna, Kojak – 4 febbraio, Livorno, Palazzetto dello Sport Palabastia – 5 febbraio, Firenze, Teatro Puccini – 9 febbraio, Perugia, Teatro Morlacchi.
Quello che oggi gli Inti-Illimani sono è qualcosa di molto diverso da quello che per molti probabilmente ancora rappresentano: un gruppo di grande world music e di intensa ricerca di contaminazioni, una modernissima band con alle spalle la polvere dei palcoscenici di tutto il mondo. E non più e non soltanto gli ambasciatori della musica dell’America Latina (il Chile è il loro paese d’origine) nel mondo, il simbolo della lotta contro tutte le rivoluzioni, l’immagine dei musicisti esiliati dal loro paese che lottano per riconquistare la legittima appartenenza alle loro radici, alla loro terra. Cantastorie globali, forzatamente lontani dalla propria casa, ma cittadini del mondo, testimoni della libertà. Oggi gli Inti-Illimani stanno vivendo una seconda giovinezza. Sono tornati con un nuovo album antologico, che ne ripercorre quasi trent’anni di carriera, e con un tour che ha attraversato con successo l’Europa, compresa l’Italia, il paese che per il complesso cileno è diventato la seconda patria. “Abbiamo vissuto quindici anni in Italia – racconta Horacio Salinas, chitarrista e direttore musicale del gruppo, davanti a una tazzina di caffè -. Siamo cresciuti musicalmente in questo paese, e abbiamo arricchito il nostro repertorio grazie anche alle collaborazioni con Lucio Dalla e Francesco De Gregori, ma soprattutto con Roberto De Simone, che considero personalmente uno dei più grandi musicisti italiani”. Gli Inti-Illimani, che da tempo sono tornati a vivere in quel Cile da cui fuggirono nel 1973 come esuli politici in seguito al golpe di Pinochet, hanno raccolto negli ultimi lavori le sonorità delle nuove avanguardie musicali latino-americane, rinnovando il loro tipico sound. “Abbiamo recuperato l’eco del nostro continente – racconta Salinas – soprattutto attraverso un lungo lavoro di ricerca sulla musica popolare, sulla canzone d’autore e sui nuovi ritmi. Un panorama che va dal Pacifico al Messico, dall’Africa al Cile. Il nostro repertorio, insomma, si è notevlmente allargato”. E a dare nuova linfa alla musica della formazione andina ha contribuito anche la collaborazione con diverse orchestre internazionali, oltre che la partecipazione a importanti meeting musicali, come i concerti per Amnesty International e quelli a fianco di Miriam Makeba e di Mercedes Sosa.