Yilian Canizares & Ochumare

Yilian Canizares & Ochumare

La straordinaria violinista/cantante cubana in uno show pieno di virtuosismo, ritmo e melodia, mix di musica classica, ritmi africani e jazz

Yilian Cañizares voice, violin
Abel Marcel piano
David Brito double bass
Cyril Regamey drums & percussion
Inor Sotolongo percussioni

YILIAN CANIZARES
Una ragazza affascinante, avvolta in un vestito di cotone, che sistema l’arco del suo violino mentre canta inni e melodie dall’Africa dell’ovest. Dapprima potresti pensare che sono la bellezza e il virtuosismo che caratterizzano Ochumare, poi, in pochi secondi, questa diva dall’Havana mostra i suoi denti affilati: in un solo salto attraversa reminiscenze di Chopin, di Chucho Valdés, del jazz di New York jazz, delle violente ed audaci cerimonie di Santería….. Yilian Cañizares è nata non molti anni fa, a l’Havana. Molto presto ha imparato i ritmi complessi del suo paese dai tamburi di pelle, gli spazi onirici, un’Africa riletta attraverso la celebre musicalità dell’isola di Cuba, che importava anche insegnanti di violino dalla Russia. Yilian è il risultato di molte storie accavallate fra loro: può suonare le Sonate di Bach sul violino con una precisione matematica, riprodurre un autentico swing di New Orleans; può anche, se c’è l’occasione (e non è da poco) risvegliare le divinità Yoruba, in particolare la dea Oshun, l’anima dell’acqua corrente, che meglio corrisponde alla natura fluida di Yilian. Yilian ha studiato nella sua capitale, un crocevia di culture, poi lo spostamento a Caracas: l’orchestra, le sinfonie, un meticoloso apprendistato di uno strumento che ama ribellarsi. Poi ha costruito il suo proprio destino, lontano dalla sua gente, a perfezionare scale ed arpeggi in Svizzera… e stranamente è lì, nel mezzo dell’Europa protestante, che ha fondato il suo quartetto, ispirato alla divinità Yoruba: Ochumare. Da allora ha fatto il suo meglio per ricreare le ibride potenzialità del Latin Jazz, mescolandole con tutto quello che direttamente o no è passato attraverso le sue mani. Un percussionista di Lausanne che tutti credono stia celando le sue origini caraibiche, un pianista cubano, Abel Marcel, lanciato da Chucho Valdés, che riunisce nelle sue cadenze l’eredità dell’impressionismo francese e gli accorgimenti della magia nera; un bassista venezuelano, David Brito, che ha nominato il suo strumento con un nome di donna, che sa coagulare il gruppo attorno alla sua sete di ritmi sincopati. E nel mezzo di tutto questo, imperturbabilmente Yilian Cañizares non si accontenta di dispensare dolcezza e luminosità, ma accende fuochi incontrollabili, mambos incandescenti, con l’assoluta padronanza di un repertorio che prende da tutti senza restituire a nessuno. Ochumare è il Dio dell’arcobaleno, il serpente mitologico che fa da cordone ombelicale al mondo nelle sue rivoluzioni. La musica di Yilian Cañizares è una ricerca interiore, quella del proprio camminio attraverso l’intricato mondo delle origini.